Street Feeders of Kuala Lumpur
Senzatetto e povertà in Malaysia
Kuala Lumpur, Malaysia. Luglio 2018
In tutti questi mesi di viaggio, mi sono reso conto di questo: scoprire il mondo è fantastico, riuscire a farlo portando un aiutolo è ancora di più.
Con questo mantra dentro la testa – assieme a decine di iniziative e potenziali progetti futuri che non ho idea di come realizzare – sono andato in giro per le strade di Kuala Lumpur, a caccia di NGO e storie di volontariato.
Quella che più m’ha colpito, e di cui son riuscito a scrivere poche ore più tardi, riguarda Dylan e la sua organizzazione, Street Feeders of Kuala Lumpur.
Di seguito, il breve “botta e risposta” che io e Dylan ci siamo scambiati, grattando via la patina fatta di bei palazzi e turismo, e scendendo invece nel merito di un problema ben più importante: la povertà in Malaysia e per le strade della sua capitale.
Ciao Dylan, puoi aiutarci a capire la questione dei senzatetto in Malaysia?
Anche se al primo colpo d’occhio non si direbbe, quello dei senzatetto è un problema parecchio diffuso, tanto a Kuala Lumpur quanto nel resto della Malaysia.
Tanto per capirci: nel 2014, uno studio condotto dal Kuala Lumpur City Hall riportava la presenza circa 600 senzatetto in città; appena due anni più tardi, oltre 2000. E i numeri, ovviamente, continuano a crescere, tanto qui intorno quanto in altre aree del paese.
Quali sono le cause di questa situazione? E quali le categorie più colpite?
Esistono due principali fattori che contribuiscono a tutto questo.
Il primo è senza dubbio di natura economica: perdite di impieghi, pensioni inadeguate, redditi insufficienti a coprire spese di housing, malattie o disabilità che non consentono una piena integrazione nel mondo del lavoro.
Il secondo, invece, è di natura psicologica e interpersonale. Molte delle persone che aiutiamo soffrono o hanno sofferto di depressione, disturbi mentali, abusi di sostanze, violenze domestiche, rapporti familiari carenti e/o problemi con la legge.
Insomma, una questione tanto economica quanto di (re)inserimento sociale, che colpisce principalmente la fascia tra i 35 e i 45 anni di età – l’80% dei quali uomini.
Come nasce “Street Feeders of Kuala Lumpur”?
STOFL è nata nel 2011, da una iniziativa del nostro fondatore, Gary Liew, assieme a me ed altri amici. L’idea è stata fin dall’inizio quella di aprire una cucina – presto ribattezzata “La cucina di Zio Carl”, in memoria del cuoco che ha ispirato il progetto – e aiutare le persone in difficoltà. Al di là del cibo, il nostro obiettivo era di creare un rapporto, un legame di amicizia con i senzatetto, e aiutarli a “rimettersi in piedi” un poco alla volta.
Quanti siete nel vostro team? E come riuscite a coprire le spese?
Ad oggi il nostro team è composto da 9 membri fissi, più un numero di volontari che varia tra i 20 e i 100, a seconda della tipologia di evento/attività che organizziamo di volta in volta.
Quanto ai fondi: riceviamo donazioni principalmente da aziende, oltre che dai nostri stessi volontari. Per aumentare i fondi e le entrate, di recente abbiamo iniziato a produrre il nostro merchandising, la vendita del quale ci consente di reinvestire interamente i profitti per sponsorizzare nuove iniziative.
Quali risultati avete ottenuto finora?
In tutta onestà, non saprei darti numeri precisi. Ma posso dire con certezza questo: dacché abbiamo iniziato, siamo riusciti ad aiutare migliaia di senzatetto, con picchi di 500 persone sfamate in una sola notte.
Siamo partiti in piccolo, una semplice cucina sotto i portici di Kuala Lumpur. Oggi ci trovate in altre 4 città della Malaysia – Malacca, Penang, Seremban e Petaling Jaya – ma anche in India, Corea del Sud ed Irlanda.
Con la speranza, ovviamente, che sia soltanto l’inizio 🙂
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