LETTERA DA HO CHI MINH #9
OVVERO: “L’ULTIMO GIORNO DI DARWIN NEL SUD EST ASIATICO”
(29.01.18 – Ho Chi Minh, Vietnam)
Caro te,
Darwin è un tipo di poche parole, dorme sotto di me nel letto a castello ma finora non è che sia stato di gran compagnia.
Viene da Amburgo, precisamente Sankt Pauli, il quartiere di puttane ubriachi murales e anarchici ultras – a differenza di molti del posto è riuscito a fare carriera, dodici anni in una azienda di software trascorsi a braccetto con il fondatore.
L’anno scorso ha deciso di lasciare il lavoro, bonus e aumenti non l’hanno convinto a restare. Da allora ha venduto auto, mobili, arredo, e girato mezzo mondo con il suo zaino di tela – Marocco, India, Birmania, Cambogia e adesso Vietnam.
Oggi è il suo ultimo giorno con noi, domattina ha il volo per Melbourne e sta pensando di trasferirsi laggiù.
Gli chiedo come mai tra tante mete abbia scelto proprio l’Australia, e se non sia troppo lontana da casa per non diventare nostalgici. Lui mi risponde che “a casa” non lo aspetta nessuno, e che in Germania s’è fottuto il cervello a star chiuso in ufficio fino a notte inoltrata – quindi meglio sloggiare.
Così immagina quanti ribelli oltre a Darwin stanno calpestando la terra in questo momento, scalzi barbuti e magari anche sporchi, in un tragico disperato romantico andare in cerca di quiete o d’una prova d’affetto.